Tra sacro e profano
Nella Langa del Sole ogni paese ha la sua chiesa parrocchiale, ogni quartiere la sua confraternita. Ogni frazione una cappella campestre e ogni zona il suo monastero di riferimento. La fede, specie nei secoli medievali, fu baluardo di certezza contro l'incertezza della vita di luoghi aspri e selvaggi, originale e primigenia azione civilizzatrice di un'area che fu a lungo pagana e barbara – abitata da popolazioni di origine ligure - dove ancora oggi sacro e profano convivono e si spartiscono la meraviglia di una natura incontaminata, tra devozione e contemplazione.
Partendo da Castino, paese dei tre monasteri, sede di uno dei complessi monastici più antichi e affascinanti di tutta la Langa del Sole (il Monastero di San Martino), perdetevi sulle colline utilizzando come unica bussola i campanili delle pievi e delle cappelle campestri, che ancora oggi spuntano come monumenti di luminosa pietra tra il verde cupo e misterioso dei boschi. Alcune hanno origine antichissima, risalgono ai secoli "bui" dell'Alto Medioevo, quando i confini tra fede e paganesimo, tra antichità romana e nuove popolazioni germaniche, non erano così invalicabili.
Molte cappelle campestri e pievi furono edificate in luoghi prima sacri agli dei, sostituendo ancestrali tradizioni che, nella Langa del Sole, hanno sempre connesso la terra al cielo come atto di fede, meraviglia, timore e gratitudine verso una Natura austera e imprevedibile, madre e matrigna di ogni cosa, decisiva nello scandire tanto i tempi della vita, quanto quelli della morte.