Tra fiabe,
storie e leggenda

Il lupo fu principe dei boschi, dominatore incontrastato delle colline profonde, spauracchio per i bambini e pericolo reale per chi, lasciate le porte della città, s’avventurava lungo la Via Langarum, mitico collegamento che dalla città di Alba, passando per la Langa del Sole, conduceva al mare.

Al più selvaggio dei canidi, che oggi timidamente ritorna su queste colline, si è dedicato il paese di Montelupo Albese, che leggenda vuole fosse stato strappato dall’uomo al domino delle belve. Il lupo è qui una presenza non solo toponomastica, ma fa parte integrante della magia del luogo. Arrampicatevi fino alla cima del paese e da lì, divertitevi a trovare le sue tracce girando per il paese, e di tanto in tanto, gettando uno sguardo al magnifico paesaggio collinare d’intorno.

Tra case medievali e chiese di elegante foggia settecentesca (opera dei Conti Rangone, gli stessi che abitarono la Palazzina dello Spianamento di San Sebastiano) il lupo è celebrato in decine di colorati murales, opera di artisti italiani che hanno trasformato Montelupo in un paese degno di una fiaba.

Completate l’esperienza “del lupo” percorrendo l’omonimo sentiero ad anello che parte dalla piazza centrale di Montelupo e vi porterà tra boschetti, noccioleti, vigne di dolcetto, iris selvatici e ciabot, piccoli edifici per il ricovero degli attrezzi agricoli.


Dalla leggenda alla storia

Dalla leggenda alla storia, il passo è breve. Queste colline furono sede di uomini fieri e combattivi, coinvolti in feroci battaglie assieme alla vicina Diano d’Alba, che era il luogo più fortificato della zona. Glorioso è ancora il ricordo del Comitatus Dianensis, ovvero quel periodo oscuro e confuso in cui, dopo la conquista longobarda di Alba e la sua successiva decadenza, proprio a Diano fu spostato il potere civile e militare, almeno fino al X-XI secolo. Da allora, il popolo del Comitatus Dianensis fu sempre orgoglioso della sua identità e forte della sua posizione strategica, a volte subendo guerre di conquista, altre ribellandosi ai signori locali, ma sempre giocando un ruolo fondamentale nel controllo dell’Albese e dell’Alta Langa, di cui Diano e Montelupo rappresentavano il confine occidentale.

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